Che significato ha l’equitazione per voi istruttori di Lancelot?

Come in tutte le discipline, anche in equitazione dobbiamo pensare che esistano differenti e personali modi di viverla, praticarla e insegnarla. Io cercherò di raccontarvi il mio.
Quello che in tanti anni mi ha sempre affascinato dell’equitazione non sono solo gli aspetti tecnici e sportivi, tra l’altro estremamente complessi, quanto piuttosto l’attenzione che, attraverso l’esercizio di questo sport viene data alla relazione sotto molteplici punti di vista: il proprio, quello del cavallo e anche degli osservatori.
Ritengo che nella pratica equestre di buon livello il cambiamento e la ricerca siano due aspetti estremamente importanti. Occorre essere aperti e disponibili al cambiamento quale risorsa per rinnovarci come cavalieri e come istruttori e dedicarsi alla ricerca continua di equilibrio e sintonia con il proprio cavallo.
Credo che nel percorso di ricerca del binomio, sia per questioni sportive che di lavoro, si crei un rapporto molto intimo con il cavallo e si metta in atto un dialogo che pone il cavaliere di fronte ad alcuni aspetti di sé che, nel tempo, plasmano il cavallo stesso. E cosi entrambi finiscono per influenzarsi a vicenda, come accade tra le persone, nella vita di tutti i giorni.
Quando insegno, cerco di trasmettere il rispetto, l’ammirazione profonda e l’attenzione verso il cavallo, animale che nei millenni di cattività, come il cane, si è confrontato moltissimo con il genere umano. Per me l’equitazione non consiste solo nell’acquisizione di strumenti, imprescindibili per poter praticare questa disciplina, ma, anche porre attenzione al cavallo, al suo carattere, al suo comportamento, alla sua indole, perché solo unendo i due aspetti questa pratica diventa qualcosa di meraviglioso, nella conoscenza di se stessi attraverso l’altro.

Sara

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